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Da oltre quindici anni Andrea Camilleri aveva avvertito la neghittosa intellighenzia italiana dell’imminente arrivo di inarrestabili migrazioni

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In un post di qualche giorno fa, intitolato “Parliamoci chiaro sulle caratteristiche, le cause e i possibili rimedi della crisi mondiale tra globalizzazione, migrazioni guerre e terrorismo, ho commentato prendendo spunto da un recente libro di Federico Rampini intitolato “Globalizzazione e immigrazione. Le menzogne delle élite” l’inizio di una larvata autocritica della intellighenzia di sinistra rispetto alla sottovalutazione, e a mio avviso la sostanziale incomprensione, del tragico fenomeno delle migrazioni, con tutti i connessi drammatici problemi. Su questa volontaria sordità della sinistra avevo già richiamato l’attenzione in un intervento di circa 6 mesi fa osservando che fino a pochi mesi fa non solo andava di moda deprecare chi, come Oriana FallaciMagdi Cristiano Allam, da posizioni critiche verso la sinistra esprimeva preoccupazioni sui rapporti con l’Islam, ma addirittura si censurava di fatto chi all’interno della sinistra esprimeva motivati allarmi al riguardo. Citavo come esempi studiosi che l’intellighenzia nazionale ha venerato, come Franco Cardini, Umberto EcoGiovanni Sartori le cui preoccupazioni (riportate ai link corrispondenti ai nomi) in merito ai conflitti in corso sono state dalla grande maggioranza dei componenti delle élite bellamente ignorate.

Riordinando la biblioteca ho trovato un ulteriore esempio particolarmente significativo perché molto anticipatore: un intervento di Andrea Camilleri sul numero 2 di MicroMega del 1999 che non esito a definire profetico. Ne trascrivo un frammento che non ha bisogno di alcun commento:

5. Proprio mentre scrivo queste righe le bombe della Nato cadono sulla Jugoslavia e il problema dei profughi dal Kosovo appare in tutta la sua tragica e spietata evidenza. Ma, e di ciò sono perfettamente convinto, la situazione non resterà contingente: in Italia, questa specie di ponte gettato sul Mediterraneo, nei prossimi anni continueranno ad arrivare emigrati, alcuni forzatamente clandestini, spinti dal Terzo Mondo verso l’Europa da un’illusione di pace e di lavoro. Negli anni di poco successivi alla scadenza del Duemila credo che si assisterà a un fenomeno di emigrazione di proporzioni colossali e imprevedibili. Non sono singoli individui che dalla loro patria si spostano altrove, ma intere famiglie, tribù, clan con le loro religioni, usi, costumi, riti, abitudini. Occorre una considerazione tutta nuova del fenomeno. Sarà possibile un’integrazione?Sono sinceramente pessimista. L’integrazione razziale negli Usa c’è stata (malgrado ancora esistano forti frizioni ), ma lì il fattore tempo, bene o male, ha giocato a favore. Oggi però lo spostamento di intere comunità verso l’Europa avviene in tempi così rapidi e tumultuosi da rendere già ardua una civile accoglienza. Sara impossibile chiede- re a queste comunità l’abbandono dei loro modi di vita per abbracciare tutte le regole di chi li ospita. Impossibile, ripeto. Tanto impossibile da rendere vano e ridicolo ogni attacco isterico di razzismo. Sono convinto, ma senza dramma e senza rimpianto, solo serenamente prendendo atto del corso delle cose, che l’Europa del Tremila sarà multietnica e multirazziale. ….

Due osservazioni a questo testo che avrebbe meritato ben altra attenzione alle elite o presunte tali che guidano i destini dell’Italia e dell’Europa:

  • francamente di quello che accadrà nel Tremila non sono tanto interessato (e comunque non credo a previsioni così lontane nel futuro);
  • manca totalmente da parte di Camilleri un’indicazione su che fare per contenere, gestire, indirizzare,.. il fenomeno lucidamente previsto.

Nel post di qualche giorno fa ho tentato un elenco di azioni a mio avviso utili allo scopo e ho lanciato la provocazione di avviare una raccolta di valutazioni al riguardo. Non credo basti arginare l’emergenza quotidiana fingendo di poterci permettere quanto a prospettiva strategica l’atteggiamento astensionista del “wait and see“: la posta in gioco è troppo alta.

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