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La casa comune è la casa di tutti

Di' la tua

Il dovere e il rischio del dialogo fino in fondo

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Il saggio costituisce una riflessione per contribuire ad una lettura attenta, ragionata, leale e trasparente della recente enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, esclusivamente intorno a due temi fondamentali: il primo attiene all’approfondimento teologico sull’impegno ecologista dei cristiani, sulle motivazioni di fede e sul riconoscimento delle motivazioni che spingono i non credenti ad affrontare i problemi ambientali;  il secondo riguarda alcuni aspetti del pensiero ecologista laico, le sue radici che storicamente stanno nell’evoluzione dell’agricoltura e nel rapporto dei ceti rurali con la scienza e la tecnica, la sua maturazione successiva alla crisi ambientale nella fase di ripensamento dei modelli di sviluppo, la sua articolazione pluralistica, attraverso una rapida ricostruzione dei movimenti ecologisti in Italia e nel mondo.

Gli autori si soffermano criticamente, in particolare, su aspetti che potrebbero rendere problematico il dialogo sui temi ambientali. Uno di questi è l’impostazione non propriamente laica che si vorrebbe introdurre nel confronto tra i diversi interlocutori (credenti, non credenti e diversamente credenti) quando si enfatizzano le “convinzioni di fede” come “motivazioni alte” per prendersi cura della casa comune. Un altro aspetto problematico riguarda il rapporto tra tecnologie e società su cui sono maturati nel tempo molteplici approcci culturali che potranno confrontarsi solo acquisendo, come criterio comune, quello della razionalità/ragionevolezza.

Il contesto in cui la riflessione si svolge è la conclusione della Conferenza di Parigi sul Clima, considerata il punto di partenza di un nuovo quadro e di un nuovo percorso internazionali. Gli autori ritengono che non solo gli Stati dovranno fare la loro parte, ma anche le imprese e i cittadini sono chiamati ad assumersi una responsabilità diretta, mediante l’adozione di comportamenti più consapevoli e l’impiego di prodotti e sistemi a più basso consumo specifico di energia.  Tale complessità richiede una valorizzazione di tutte le culture e tutte le convinzioni, le fedi e le religioni: la casa è comune, e, dunque, la sua cura deve essere intesa come responsabilità comune di tutti. L’approccio non può che essere quello di assumere fino in fondo la visione globale dei problemi ambientali e coinvolgere l’insieme dei cittadini, per ridefinire continuamente il rapporto tra scienza, tecnologie, economia, territori, società e comunità e animando questo coinvolgimento con una permanente educazione all’interazione dei saperi. Il saggio vuole, in definitiva, sostenere che un confronto su questioni decisive che riguardano il futuro dell’umanità potrà svilupparsi a condizione che tutti accettino, fino in fondo, l’invito all’ascolto reciproco, confrontandosi, tutti, con il dovere e il rischio del dialogo fino in fondo.

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